Putin e Trump al telefono, parte il dialogo tra le due superpotenze
- Davide Saccani
- 19 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Ieri mattina ore 10 a Washington e circa ore 15 da noi, si è svolta l’attesissima telefonata tra il presidente americano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin.
Il tema centrale è deducibile, ovvero il conflitto in Ucraina. L'obiettivo della telefonata era di rendere ben note le reciproche intenzioni dei due presidenti e di gettare le basi per la graduale costruzione di un accordo di tregua prima e di pace poi.
Primo fatto da notare è che non avveniva da anni una comunicazione così diretta tra le amministrazioni russa e americana, talmente diretta che pare quasi esclusiva, infatti non erano presenti alla telefonata né rappresentanti dell’Ucraina né dei paesi occidentali europei. Questa caratteristica dello scambio telefonico tra i due presidenti lancia volontariamente un messaggio chiaro: solo con Trump e con Putin si può terminare la guerra.
I temi principali:
Scendendo un po’ nel dettaglio nei contenuti della conversazione di ieri, alcuni passi sono stati fatti. Innanzitutto è stata ribadita la ferma intenzione da parte di entrambi di aprire immediatamente i negoziati di pace, che avranno luogo in Medio Oriente (ultimamente diventata la location più importante per i negoziati), inoltre Putin ha assicurato che non verranno colpite con missili per almeno 30 giorni le infrastrutture energetiche ucraine. Un gesto quasi simbolico poi è stata l’organizzazione di uno scambio di 175 prigionieri tra Russia e Ucraina. Trump ha riferito che verrà presa in considerazione l’ipotesi di cedere parti di territorio ucraino alla Russia, a partire dalla Crimea.
Un nodo importante su cui si lavorerà nel corso dei negoziati sono appunto le condizioni, tra le quali Putin ha richiesto alcune cessioni di territori (le regioni ucraine militarmente occupate) e lo stop degli aiuti militari e di intelligence americani all’Ucraina. In risposta, Trump ha riferito che verrà presa in considerazione l’ipotesi di cedere parti di territorio ucraino alla Russia, a partire dalla Crimea.
Le prime reazioni:
Alcune prime reazioni da parte del mondo si possono già notare, partendo da un atteggiamento di attesa da parte del presidente ucraino Zelensky che aspetta di sentire maggiori dettagli da parte del presidente Trump.
Dal lato europeo, i primi a parlare sono il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese Macron, definendo la telefonata un ‘’primo passo’’, ma precisano che si deve rimanere ben vigili sulle condizioni che Putin chiederà per una tregua e ribadiscono che gli aiuti militari all’Ucraina procederanno spediti.
Parole di apprezzamento per gli sforzi di Trump sono state fatte dalla presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni, aggiungendo che l’azione europea deve muoversi di pari passo con quella americana e non in contrasto.
Il ruolo dell'UE:
Soffermandoci sulla questione dell’Unione Europea di come si dovrebbe posizionare in questo momento critico, una cosa è certa, ovvero che essa rischia di essere tagliata fuori completamente dai negoziati di pace e di rimanere ai margini della politica internazionale.
In primo luogo manca una visione comune di come dovrà essere raggiunta la pace, ogni leader ha la propria idea, in favore o in contrasto a quella di Putin e Trump.
In secondo luogo, se ci fosse la volontà di creare una posizione comune europea sui negoziati, mancano i mezzi per portarla sullo stesso livello di quella dei due presidenti, manca quel ‘’potere contrattuale’’ il quale, che ci piaccia o no, è rappresentato dalla potenza militare.
Russia e USA dialogano perché sono due superpotenze, mentre l’Unione Europea, pur avendo il potenziale per diventarlo, rimane debole.
La proposta di Ursula von der Leyen, denominata ReArm Europe, può non essere la soluzione definitiva perché è incentrata su un riarmo nazionale e non comune degli stati membri europei, ma di certo è un primo passo decisivo per creare le condizioni e le risorse per una unione sempre più stretta delle potenze militari e strategiche europee, per la creazione di una posizione unica di fronte alle crisi internazionali e per un contributo sempre più significativo alla creazione della pace e della sicurezza mondiale.
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Un primo passo verso la pace duratura
L'inizio di un accordo che danneggerà e smembrerà l'Ucraina
Un tentativo che non avrà effetti significativi



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