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Vertice Trump-Putin, le superpotenze si riavvicinano

  • Immagine del redattore: Davide Saccani
    Davide Saccani
  • 16 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Nella giornata di ieri, 15 Agosto 2025, nella base militare di Anchorage in Alaska si è tenuto un incontro bilaterale tra le due persone più potenti del mondo: Donald Trump e Vladimir Putin.

L’incontro entra nella storia, non solo perché erano passati più di 4 anni dall’ultimo incontro tra le due presidenze (in Giugno 2021 con Biden), ma anche per il luogo in cui è avvenuto, ovvero su suolo statunitense, e per il suo scopo, cioè riavvicinare le posizioni dei due leader per intraprendere un percorso di pace in Ucraina.

Il grande assente di questo vertice tuttavia è proprio il presidente ucraino Zelensky. Negli ultimi giorni si discuteva tanto di una sua possibile presenza, ma che fu subito rigettata dal presidente russo e successivamente classificata come improduttiva dal vicepresidente statunitense.

Anche la scelta del luogo in cui si è svolto l’incontro ha un grande peso politico, nelle ultime settimane erano varie le opzioni sul tavolo, tra cui anche Roma, tuttavia Putin le ha rigettate definendo una località generica europea troppo vicina alle posizioni dell’Ucraina, dunque fu decisa l’Alaska sia per la vicinanza odierna alla Russia, sia perché in passato fu un territorio russo, venduto poi agli americani, dunque simbolicamente è stato visto come un luogo comune tra le due superpotenze.


L'incontro in breve

Nella pratica i contenuti sono molto pochi, o meglio, ci sono in quanto il vertice è durato circa 3 ore, ma non sono stati resi pubblici. Nella conferenza stampa congiunta, avvenuta subito dopo l’incontro e a cui erano presenti giornalisti da tutto il mondo, il primo a parlare fu il presidente russo Putin (inusuale perché di solito comincia il presidente ospitante e non ospite) e, oltre a rimarcare il buon clima in cui si sono svolti questi primi contatti, ha sottolineato i suoi punti per proseguire con un accordo di pace in Ucraina, ha ribadito che la sicurezza sul territorio è la questione maggiore da risolvere e che i problemi debbano essere gestiti alla radice. Putin ha anche rimarcato come i due stati siano legati da un passato comune, come per dire che l’identità ucraina non è indipendente da quella russa, e questa narrativa rientra nella sua logica di classificare ad un livello più basso rispetto a quello russo in senso di nazionalità degli ucraini, probabilmente uno dei problemi che Putin considera alla radice della questione.

Quando il presidente Trump prese la parola, rimarcò il clima di collaborazione e rispetto reciproco tra i due presidenti e disse semplicemente che un accordo sulla maggior parte degli argomenti trattati durante il vertice è possibile e che rimangono solo alcuni elementi da limare.


Un favore reciproco?

Il vertice in sé, più che un momento di svolta della situazione, è stato un regalo reciproco fatto da entrambi i presidenti.

Putin voleva rientrare nella scena internazionale in una posizione forte senza dover cambiare i suoi punti fermi sulla guerra, Trump voleva un primo riconoscimento come pacificatore mondiale, un’immagine che gli serve più sul piano interno agli Stati Uniti che esterno. Non a caso Putin, durante il suo discorso, ha detto espressamente che se nel 2022 Trump fosse stato ancora presidente, ora non ci sarebbe stata nessuna guerra in Ucraina. Questa frase è un grande regalo per la personalità di Trump.

La conferenza stampa congiunta è finita senza rispondere alle domande dei giornalisti, fatto che ribadisce come al momento non ci sia nessun punto finito e nessun accordo, ma solo dei grandi lavori in corso di cui non si sanno nemmeno i contenuti.

Probabilmente avrà luogo molto presto un secondo incontro e potrebbe svolgersi proprio a Mosca, dato che Putin alla fine del suo discorso ha esplicitamente invitato il suo omologo americano.


Da fuori gli spettatori di questo vertice erano tanti, a partire da Zelensky che Lunedì volerà a Washington per avere un colloquio diretto con il presidente americano per definire le prossime mosse, in quanto le possibilità di un incontro tra il presidente ucraino e quello russo ora è più possibile.

L’Unione Europea rimane praticamente fuori da tutte le dinamiche, anche se Trump ha chiamato tutti i leader europei successivamente all’incontro bilaterale. Non a caso, ore prima del vertice, lo stesso Trump ha espresso che l’UE non può dirgli cosa deve fare. Anche nelle dichiarazioni congiunte i due presidenti hanno reso esplicito il loro augurio che gli stati europei non ostacolino il processo di pace.


Conclusioni

Tirando le somme, questo vertice è stato di immagine e non di contenuti, si deve dire però che questa occasione può essere vista come un tentativo di dare una scossa ad una situazione che nei mesi precedenti sembrava essere quasi in stallo. Ora non ci è dato sapere quali siano le materie di scambio nei possibili accordi: territori, risorse, influenza militare, armi. 

Una cosa è certa, se non ovvia: da questo momento in poi, l’unico modo per porre termine al conflitto è di mettere Putin, Trump e Zelensky seduti allo stesso tavolo.


Come vedi questo vertice?

  • Positivo, apre la strada verso un accordo di pace

  • Una vetrina per i due presidenti

  • Una presa di tempo da parte di Putin

  • Altro (scrivi nei commenti)


 
 
 

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